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FONTI EXTRABIBLICHE SU GESU' DI NAZARETH

 

TACITO

          

P. Cornelio Tacito fu uno dei più grandi storici della Roma antica. Scrisse infatti due opere a carattere storico:  Historiae (105-110 d.C.) e Annales (116-117 d.C.). In quest’ultima, tratta del periodo che va da Augusto (14 d.C.) fino a Nerone (68 d.C.) Nell’analizzare l’operato dell’imperatore Nerone fu molto critico verso di lui, soprattutto per quanto riguarda l’ultimo periodo del suo regno. Parlando della sua folle condotta come imperatore spietato, Tacito parla anche della persecuzione verso i cristiani (Annales 15,44,2-5).      

            Tra le altre cose, Tacito non esita ad attribuire a Nerone la colpa di aver incendiato Roma il 16 luglio del 64 d.C. , dicendo espressamente che fu ordinato di dare fuoco alla città (Annales 15,38). E qui che Tacito parla dei Cristiani e di Cristo. Infatti, Nerone incolpò proprio la ‘setta’ dei Cristiani per fugare le voci che invece lo accusavo come il vero colpevole dell’incendio dell’Urbe.

            Dicono gli Annales  (15,44) di Tacito che Nerone

            “si inventò dei colpevoli e colpì con supplizi raffinatissimi coloro che il popolo, odiandoli per i loro delitti, chiamavano Crestiani. Prendevano il loro nome da Cristo, che sotto l’imperatore Tiberio era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato. Momentaneamente soffocata, questa rovinosa superstizione si diffondeva di nuovo, non solo per la Giudea, origine di quel flagello, ma anche per Roma, dove da ogni parte confluiscono e trovano seguaci ogni sorta di atrocità e cose vergognose.

            Perciò, inizialmente vennero arrestati coloro che confessavano, quindi, dietro denuncia di questi, fu condannata una grande moltitudine, non tanto per l’accusa dell'incendio, quanto per odio del genere umano. Inoltre, a quelli che andavano a morire si aggiungevano beffe: coperti di pelli ferine, perivano dilaniati dai cani, o venivano crocifissi oppure arsi vivi in guisa di torce, per servire da illuminazione notturna al calare della notte. Nerone aveva offerto i suoi giardini e celebrava giochi circensi, mescolato alla plebe in veste d’auriga o ritto sul cocchio. Perciò, benché si trattasse di rei, meritevoli di pene severissime, nasceva un senso di pietà, in quanto venivano uccisi non per il bene comune, ma per la ferocia di un solo uomo”.

            Come appare chiaro nella prima parte di questo brano (in grassetto) Tacito conferma alcune informazioni precise sulla vita di Gesù e sui Cristiani. Infatti, Tacito è al corrente che Cristo fu giustiziato sotto Ponzio Pilato, al tempo dell’imperatore Tiberio e che il movimento dei Cristiani, originatosi in Giudea, prende nome proprio da Cristo.

            Riferendosi a Cristo, si vede come Tacito non riporta espressioni quali “si dice, come si sa”, ma evidentemente attinge da fonti storiche ben precise.


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